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Acquaviva Collecroce – Una comunità fuori dal comune
Récit lié : "Il Molise non esiste": una regione sconosciuta 1/2
Una collaboratrice con chi ho fatto amicizia mi invita a visitare un paesino molisano molto particolare colla sua famiglia. Di nuovo, sono sorpresa dalla gentilezza ed accoglienza italiana. Accetto con piacere. Secondo lei, non posso mancare la “Festa del Maja” ad Acquaviva Collecroce. Mi prende con la macchina, ci vuole un’ora da Campobasso. Ci fermiamo da un bar sulla strada, e mangiamo il cornetto. Verso le 10:30, raggiungiamo il paesino. Acquaviva Collecroce non è il nome originale del paesino, nella lingua della comunità croata che viva qua, si chiama Živavoda Kruč o Kruč. Sta scritto sul segnale stradale di benvenuto. Infatti, tutti i segnali indicano la versione italiana e croata.

Si tratta di uno dei tre paesini dove abita la minoranza etnica e linguistica: i Croati del Molise. Parlano la lingua croata molisana, ormai è poco usata. Il primo maggio, si tiene la ricorrenza di primavera; il rito di buon auspico per il raccolto, mi spiega l’amica mia. I 800 abitanti sfiliano per le vie, seguendo il “Maj”, una struttura addobbata da fiori e primizie raccolti il giorno precedente. La processione è accompagnata dai gruppi folkloristici con danze, canti e musica tradizionali. Ci mescoliamo con il corteo. Indossano vestiti tradizionali. Le danze s’organizzano fianco a fianco, o in coppie; una donna con un uomo. La collega sta cercando sua figlia fra i ballerini. Battano i piedi, battano le mani al ritmo della musica. Sembrano in trance. A volte, ci fermiamo. Cantanti, ballerini, musicisti, visitatori ed abitanti assaporano il cibo ed il vino preparati dagli abitanti se stessi. Assaggio la ventricina piccante, la soppressata ed il caciocavallo ancora. Inoltre, mangiamo i panini portati dalla collaboratrice. La pioggia conclude il nostro viaggio. Magari, alle divinità è piaciuta la festa. Torniamo a casa

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